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Il tradimento


di Yumeki (Kiki)

Circondata da un gruppetto di soldati reali, Kiki stava giocherellando nervosamente con le pieghe dell'abito, in un corridoio che probabilmente conduceva alla sala del trono della sovrana Iris, nell'ultimo palazzo dove mai si sarebbe aspettata di capitare. Quando finalmente vide il capo delle guardie che l'aveva condotta fino a lì tornare indietro verso di lei e fare un cenno agli altri suoi compagni, la ragazza non potè fare a meno di domandare, con un sorrisetto sfacciato stampato in volto: "E' un 'sì'?". L'uomo sospirò e annuì con il capo, mostrando la strada che la ragazza avrebbe dovuto percorrere per giungere dalla firebender. Senza troppi complimenti imboccò la direzione indicatale a passi rapidi e decisi. L'immensità e la solennità del luogo non facevano altro che aumentare la sua eccitazione, e il pensiero che quella fosse la dimora di una sua coetanea giunta all'apice della potenza in poco tempo non era da meno. Giunse infine, dopo non molti metri, in vista di un ingresso che dava su un ambiente non molto illuminato. Il suo primo pensiero fu quello, ironico, che aveva sempre creduto che nella Nazione del Fuoco la mancanza di luce dovesse essere uno degli ultimi problemi del popolo di firebender. Entrò dopo aver rallentato la sua "corsa" impaziente. Si guardò attorno con curiosità, aveva sempre sognato di ritrovarsi in una sala del trono, e quella era una sala con la "S" maiuscola. "E' permesso?" domandò all'aria, cercando con lo sguardo una presenza.
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Una missione delicata


di Sheene (Rikna)

Riuscito a superare la gente impegnata nei combattimenti e ad addentrarsi nel cerchio di cadaveri descritto da Antkantos, Rikna pensò che forse era il caso di usare un trabocchetto per capire se si trattasse realmente o meno dell'uomo che gli era stato ordinato di cercare. Rallentò il passo e si fermò a qualche metro dal generale. «Allora è proprio lei, Generale Antkantos» disse, rimanendo vigile e pronto a difendersi in caso di reazioni negative da parte dell'uomo. Tuttavia, quest'ultimo non reagì eccessivamente male: «Non dirlo in giro e torna a combattere, soldato» disse, squadrandolo a lungo. Forse stava cercando di ricordare chi fosse, nonostante non lo avesse mai visto se non, forse, di sfuggita, mesi prima di quel giorno. Rikna sorrise; non in maniera spontanea, ma in maniera malvagia: aveva trovato la sua preda. Aveva avuto fortuna davvero. Ora doveva solo trovare un modo per avvertire Iris senza perdere di vista il generale, e allo stesso tempo senza farlo insospettire. Annuì in risposta a quella frase e indietreggiò, voltandogli le spalle solo quando fu a distanza di sicurezza. A quel punto, doveva trovare una soluzione al suo problema: “Altezza” pensò. “Devo trovare un posto alto” disse a se stesso, sollevando lo sguardo. Ed in un istante, la risposta gli apparve davanti agli occhi: le catapulte. Doveva raggiungerne una e sfruttarla come appoggio per non perdere di vista Antkantos e farsi notare da Iris. “Puoi farcela, Rikna” si disse ancora, prima di farsi largo verso una di quelle, avanzando ancora a furia di spintoni e fiammate quando qualcuno lo intralciava, specie se si trattava di ribelli già alle prese con altri soldati. Saltava gli ostacoli e i cadaveri rischiando di cadere e rompersi l'osso del collo, ma quello era il suo pregio più grande, oltre che il suo peggior difetto: non aveva paura di quel che poteva succedergli e agiva senza pensare alle conseguenze, quando doveva concludere qualcosa. Così, trovata la soluzione migliore ai propri occhi, tentava di raggiungerla e sfruttarla nel minor tempo possibile. Non sapeva che, in effetti, Iris era appoggiata ad una delle catapulte, forse proprio quella verso cui si stava dirigendo tanto di corsa...
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Generazioni a confronto


di Les (Iris)

"Iris, sapevo già che non avresti capito" commentò pazientemente il monaco e Iris rimase in attesa, aspettando che le spiegasse quello che le era sfuggito. "Se analizzi bene ciò che Sozin scrive qui, troverai avvenimenti che la nazione del fuoco non ha mai preso in considerazione, forse mai ha capito il vero significato di ciò che Sozin ai tempi scrisse" spiegò il nomade, invitando la ragazza a riflettere con attenzione su quanto stava leggendo, ma Iris aveva già tratto le sue conclusioni, e i discorsi dell'uomo servivano a ben poco.

"Voleva far capire quanto difficile è stato per lui vivere con il suo migliore amico ritenuto sempre un gradino più in alto di lui, e non riuscir a dire quali erano le sue intenzioni" aggiunse lui. Iris valutò per qualche istante quella possibilità, poi scosse bonariamente la testa "Non ha mai scritto una cosa del genere!" esclamò, risalendo con lo sguardo verso il testo che aveva appena letto. "Fin qui ha detto solo che era un grande amico dell'Avatar, non era affatto geloso... e che motivo avrebbe potuto avere? Era il Signore del Fuoco!" esclamò, fermamente convinta che non si potesse aspirare a niente di meglio nella vita. E non c'era da sorprendersi per quell'affermazione, visto che lei aveva sacrificato tutto quello che aveva pur di ottenere quel titolo.

Il monaco insistette "Se leggi attentamente troverai che Sozin ebbe l'illuminazione di allargar il controllo della nazione del fuoco, solo perchè riteneva che questa fosse troppo piccola fisicamente" incalzò. Iris scorse rapidamente il testo, trovando il punto a cui si riferiva il nonno. Lesse in silenzio il testo, poi scosse nuovamente la testa, alzò lo sguardo sul nonno e spiegò con fare paziente "stai travisando: lo faceva perché la Nazione del Fuoco aveva goduto, sotto i primi anni del suo dominio, di un incredibile periodo di benessere. I commerci procedevano speditamente, arricchendo la Nazione, l'agricoltura era fiorente, le industrie attive come in nessun'altra nazione. Eravamo grandi, e potevamo diffondere il nostro benessere agli altri. Sozin non voleva altro che condividere con tutti il nostro sapere" rispose, gentilmente. In fondo non era colpa del nomade se non capiva: era solo un semplice monaco, e non si era mai trovato a dover governare effettivamente una nazione. Che poteva saperne di economia e gestione delle risorse?

"dice anche che il suo popolo viveva un periodo di estrema pace, perchè allora quando incominciò a colonizzare il regno della terra la sua gente divenne sempre più chiusa verso di lui e più ostile?" ribatté il monaco, quasi infastidito dalla testardaggine della ragazza. "Gli abitanti del Regno della Terra non erano in grado di capire, come non sei in grado di capire tu! Vedi solo i carri armati e i dirigibili e ti spaventano perché non sai cosa potrà succedere! Se avessi un po' di fiducia in me capiresti che è solo per il vostro bene che lo faccio... e lo stesso valeva per il Signore del Fuoco Sozin!" rispose prontamente Iris. "Perchè loro non volevano qualcuno che allargasse i confini della nazione, ma volevano qualcuno che si prendesse cura di loro. Che li rendesse felici. E l'avatar Roku cercò di farglielo capire, come io sto cercando di farlo capire a te" la corresse il nonno.

Iris scosse la testa. Quel discorso non portava da nessuna parte. Si guardò intorno in cerca di un po' di supporto, ma gli unici monaci che si erano attardati in quella sala erano ritornati nelle loro stanze, e anche le candele sembravano ormai sul punto di volersi spegnere. Iris usò il suo dominio per ravvivare le fiamme, e subito la sala fu avvolta da un'intensa ma spettrale luce blu. Non sapeva cosa ribattere, voleva bene al suo popolo, che fossero i cittadini della sua Nazione, del Regno della Terra o delle Tribù dell'Acqua poco le importava, cercava sempre di fare quello che era meglio per tutti, di proteggerli dalla loro ignoranza. Non aveva cattive intenzioni, anche se il nonno non pareva della stessa opinione. Non voleva fare del male a nessuno, ma non sapeva più cosa fare per tentare di convincerlo, senza contare che l'ora tarda non la aiutava a ragionare con lucidità.

Il monaco vide che la ragazza non rispondeva, e ne approfittò per aggiungere "Alla tua gente non importa quanto sia grande la loro nazione, ma importa loro quanto gli vuoi bene. Perchè un sovrano ha questo compito principalmente: voler bene al proprio popolo come loro vogliono bene al sovrano. Vogliono massimo rispetto". Iris ebbe un moto di rabbia, e per un istante le fiamme delle candele si alzarono, facendosi ancora più luminose. "Non capisci niente!" si lamentò, offesa dalle accuse del nonno: stava tentando di farla passare per una perfida conquistatrice... ma tutto quello che lei aveva fatto, era stato fatto per aiutarli. Con un gesto rapido arrotolò la pergamena con il testamento di Sozin e si alzò, decisa a non fermarsi un istante in più a sentire i vaneggiamenti del vecchio.
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Guerra a Ba Sing Se


di PalarinaDolsifuria (Désefa)

"Désefa, che bel nome. Ma dimmi, tu conosci una donna di nome Eliana?" Due fitte al cuore. Una dopo l'altra. Le aveva fatto ricordare, ricordare delle cose a cui il suo cervello si rifiutava di pensare.

Lei aveva una madre. Aveva una madre e un padre in quella città. Sapeva di avere una famiglia. Ma per lei, erano come delle persone estranee. Aveva una casa in cui non si sentiva a suo agio, aveva un posto in cui stare in cui le sembrava perennemente di soffocare. Non era quello il suo spazio reale.
Doveva sentire il vento, la natura e l'aria per poter ritrovarsi in un posto che poteva davvero considerare suo.
E adesso, quel monaco, le stava dicendo se conosceva una persona che sarebbe tecnicamente dovuta essere sua madre. Perchè questa domanda? Forse sapeva già chi era? Dèsefa non riuscì a resistere all'impulso di sapere. "Sì, è... mia madre".

Nel dirlo sentì tanti spilli di rimorso pungerla dentro. Lei aveva una madre e un padre e in quella città distrutta dalla guerra, non sapeva neanche che fine avessero fatto. Perchè solo ora le riaffiorava il pensiero dei suoi genitori?
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Brutte notizie


di Reid (Bart)

Il Saggio aveva invitato Bart ad entrare, il ragazzo dopo l'indecisione iniziale aveva pensato con la sua solita leggerezza "Ma sì, entriamo, potrebbe farle piacere un po' di supporto... male che vada mi becco una palla di fuoco" e scese dal bisonte. Stava entrando nel tempio ma proprio in quel momento uscì Iris con aria decisamente arrabbiata che disse al generale: "Andiamo verso la Capitale". Bart dopo un momento di iniziale spiazzo rispose: "Sì... sì... eccomi, eccomi" e salì di nuovo alla sua postazione sul bisonte, dando poi l'ordine all'animale di ripartire. Bart aspettò che fossero in viaggio da un bel po' prima di parlare, aveva notato che Iris era decisamente arrabbiata alla partenza e quindi aveva capito che era meglio aspettare che avesse sbollito un po' prima di rivolgerle la parola, poi con tono serio e gentile disse: "...ho saputo quello che è successo a tuo padre, principessa, per quel che può valere mi dispiace... e beh insomma non che sia molto preparato su sto genere di discorsi, cavolo manco li ho mai conosciuti i miei... ma se posso fare qualcosa per te... qualsiasi cosa... anche solo per confidarti con qualcuno, sappi che io sono qui".
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Dominatori del sangue


di Lightswarrior (Jyu)

Il colpo di Jyu venne parato infine dal ragazzo, anche se subì qualche danno nel compiere tale operazione: era vero, con un po’ di fortuna poteva vincerlo! Sarebbe stata la soluzione ideale, contenete pure una beffa: invece di essere catturato e trascinato in catene fino alla nazione del fuoco, sarebbe stato lui a spedire impacchettato di tutto punto questa sorta di cacciatore di ribelli che pareva essere Fenix. Chissà che fine avrebbe fatto, una volta che la fire lord lo avesse visto ritornare con la coda tra le gambe!

*Non me ne dispiace affatto: se l’è ampiamente cercata, quel marrano! Che adesso ne paghi le conseguenze!*

Adesso avrebbe dovuto parare un’altra volta, alla meno peggio, l’attacco del dominatore dell’acqua, ma avvenne un evento decisamente imprevisto e sorprendente: mentre stava caricando il colpo, concentrando l’acqua attorno a sé, Fenix divenne improvvisamente rigido, come se non potesse muoversi che a scatti.

*Eh?! Ma che sta facendo? Non sarà per caso un altro suo trucco per farmi abbassare la guardia?*

Si chiese sospettoso mentre il giovane, come non fosse più in possesso della facoltà di controllare i propri muscoli, cadde in ginocchio: fu in quel momento che dal lato della strada spuntò Therru, la compagna di Fenix. Pareva piuttosto infuriata con il suo partener, tanto che il suo sguardo non presagiva nulla di buono per il traditore; Jyu notò inoltre che ella stava in una strana posizione: puntava le mani verso il ragazzo come a difendersi da lui, ma a che motivo visto che era palesemente impossibilitato a muoversi a sua discrezione?

*Un momento! E se per caso fosse… Ma sì, deve essere il dominio del sangue, la tecnica di controllo del corpo!*

In effetti aveva indovinato: Jyu conosceva per sentito dire quella tecnica, anche se non l’aveva mai vista in azione; era veramente portentosa come affermavano le voci, un semplice gesto delle mani ed ecco che il nemico di fronte a te, prima forte e baldanzoso, veniva ridotto ad un inerme servo inginocchiato ai propri piedi! Il dominio della terra non offriva mosse altrettanto spettacolari e risolutive come quella, anche se il dominio del metallo poteva rendere chi lo praticasse un avversario di tutto rispetto.

*Ad ogni modo, mi dispiace per Therru, ma questa è l’occasione migliore per porre termine a questa faccenda.*

Si preparò così a lanciare un suo attacco. Senza la possibilità di potersi difendere, Fenix sarebbe andato subito al tappeto, permettendogli così di fuggire via in tuta sicurezza. Ma proprio quando stava per far spuntare il masso d’attacco dal terreno, una strana sensazione di rigidità lo pervase: ma che stava accadendo?! Vide i suoi arti muoversi contro la propria volontà, immobilizzandolo in quella posizione mezza sospesa in aria: ma che gli stava mai accadendo?

*Non è possibile: che la ragazza stia esercitando anche su di me il suo particolare dominio, evitando così il mio attacco?*

No, non era lei: era concentrata ancora su Fenix, che nel frattempo era venuto meno; ma allora chi lo stava comandando? La sua domanda ricevette una parziale risposta, in quanto dopo qualche istante una voce proveniente dalle sue spalle gli disse:

«Non agitarti: sto agendo in questo modo solo per evitare altri spiacevoli incidenti da parte di mio nipote.»

Jyu non ebbe il tempo di riflettere su quella frase, in quanto subito dopo la testa gli divenne pesantissima e si sentì mancare: l’ultima cosa che vide fu il cielo che ruotava e lasciava posto al suolo, poi il buio…
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Amore e follia


di Fenix (Fenix)

Il cappuccio dell'uomo cadde all'indietro mostrando la faccia ormai esanime di una ragazzo poco più grande del suo assassino, lo sguardo vuoto fissava il nulla mentre un fiotto di sangue inondava sue mani che erano corse al petto nel disperato tentativo di fermare l'emorrargia andando a toccare quelle dell'altro ragazzo che tenevano ancora stretta la lama, poi la forza gli mancò e mori accasciandosi sull'erba.

Fenix si accorse solo dopo di ciò che avva fatto e guardò con orrore le sue mani lorde del sangue di un ragazzo come lui, che lui aveva ucciso in quell'attimo di follia, in quell'attimo in cui non si era accorto chi o cosa fosse, cadde in ginocchio, lo sguardo attonito fisso davanti a lui e fu preso da conati di vomito che lo piegarono a terra finche nel suo stomaco non rimase nulla.

Una mano gli si posò sulla spalla "avanti alzati" era la voce ferma di Therru che lo aiutava ad alzarsi, ad avvicinarsi al fiume, il suo sguardo era vacuo e nella sua mente continuava a ripersi "ho ucciso un uomo... ho ucciso un uomo..." in una litania senza fine, la ragazza gli lavò le mani e la bocca, il suo corpo era in sua balia, svuotato da ogni energia, il suo sguardo incontrò quello della giovane che lo abbracciò come avrebbe fatto una madre dandogli la possibilità di piangere sulla sua spalla, il ragazzo non rispose all'abbraccio rimanendo inerme, l'orrore dentro di lui lo divorava dall'interno ma queso non era il momento per lasciarsi cadere nell'oblio e questo la sua mente lo capì bene.
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Tentativo di dialogo


di Mik (Leon)

"Ferma!" gridò Leon. "Come puoi distorcere in questo modo quello che ho detto? Hai sentito la parte precedente o eri troppo occupata a pensare insulti contro di me? Ho detto anche che voi siete indispensabili per la sopravvivenza di questo villaggio" Lanciò un'occhiataccia a Kodaki sperando che capisse che aveva solo complicato la situazione. Cercò di seguire la ragazza all'esterno e si ricordò di aver detto alle guardie di trattenerla. "Non fermatela!" Gridò prima che loro potessero avvicinarsi a lei. Non voleva che la ragazza andasse via ma non poteva permettere che scoppiasse una rivolta solo per una questione di così poca importanza. Poi rivolgendosi alla ragazza disse: "La nostra conversazione non è ancora finita. Ne riparleremo questa sera quando entrambi ci saremo riposati. Sei invitata a cena a palazzo questa sera. Sentiti libera di rifiutare." Detto questo si ritirò all'interno dell'edificio.
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Stupide tradizioni!


di Abigail (Leda)

Leda era arrivata al saggio in anticipo, poichè doveva aiutare suo padre Dakin ad allestire il tutto. Era seccata. Non le andava proprio giù quella faccenda "Vengo qui prima del dovuto, preparo l'occorrente, mi becco le sgridate del mio vecchio perchè 'le anfore dell'acqua non sono perfettamente allineate' e non posso neanche partecipare al saggio! Che rabbia! E che ingiustizia! Uff, stupide, stupide, stupide regole da vecchi impalati e impolverati. Sono così all'antica". Leda camminava avanti e indietro per lo spiazzo del tempio del capovillaggio, riordinando quelle maledette anfore ricolme di acqua cristallina, e borbottando tra sè e sè per la frustazione.

La vecchia tradizione della Tribù dell'Acqua vietava l'uso del dominio nel combattimento alle donne, quindi Leda si era ritrovata come "factotum" del saggio. Infatti suo padre era maestro e coreografo dell'evento. Doveva scorrazzare in giro dando ordini a bambinetti alti meno di un metro, che per lo più ridacchiavano e inseguivano i fiocchi di neve. *Ragazzi! Smettetela! Venite a darmi una mano qui. Erin, lascia stare tuo fratello!*, bambini... simpatici, però oggi aveva i nervi a fior di pelle.

Finalmente giunse il momento dell'arrivo delle persone. Affluivano a sciami, accalcandosi nello spazio predisposto come una sciame di api. Dei dominatori avevano creato una pedana rialzata, cosicchè l'esibizione si sarebbe potuta godere da tutte le parti senza impedimenti. Senza impedimenti, a parte quel palchetto costruito per l'occasione. Era adornato con un mare di drappi azzurri e con un piccolo trono di ghiaccio nel mezzo. Leda sapeva a cosa serviva: per l'occasione era stato invitato il Capo Tribù.

Il saggio iniziò: un gruppo di dominatori, tutti maschi, fece girare l'acqua vorticosamente in verticale, poi fecero una spirale che si divise in singoli fasci d'acqua, che volteggiavano attorno ad ogni singolo ragazzo. Al segnale di Dakin tutti raggrupparono le fruste in un'unica imponente bolla che gelarono e fecero esplodere in mille pezzettini luccicanti. Tra gli applausi della gente, Leda si sentiva ancora più infuriata di prima.

Durante una piccola pausa dell'esibizione, Leda si alzò dal suo posto e se ne andò, camminando a passi pesanti, verso l'Accademia. Arrivata lì davanti diede sfogò ai suoi sentimenti, iniziando a sgolarsi, urlando contro i muri della costruzione. *Ah! Non m'importa niente del saggio! Io sono qui, sono femmina ed esercito il mio dominio dove e quando voglio! Alla faccia tua!* gridò rivolta all'imponente entrata, che non si degnò di rispondere. E si mise di buona lena a fare tutte le figure e le mosse che conosceva.
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Il segreto del Principe


di Antkantos (Antkantos)

Antk entrò lentamente nella stanza di Shalidar, credeva potesse trovare qualcosa a proposito della Gilda. La partete ove stava il letto era ormai distrutta, non capiva cosa fosse successo... il giovane si avvicinò poi alla libreria sperando di poter trovare qualcosa. "Libri su combattimenti corpo a corpo, Armi da taglio varie, evitare le mosse del dominio... che strano... sembra che Zio Shalidar avesse una vera e propria passione per il combattimento..." Poi dando un altra occhiata in giro "Dove può averlo messo?". Antk aveva pensato e ripensato alle parole della finta guardia che l'aveva attaccato: "Se questa gilda è davvero così organizzata devono avere qualcosa che li riconosce.... IL TATUAGGIO!!!" pensò. "Inoltre credo che in qualche modo dovevano avere qualche specie di lettere, o contratti, o qualsiasi cosa che possa richiamare a questa gilda..." In quel momento Antk esaminò meglio la parete distrutta. "Qui non credo ci sia nulla..." disse. Poi un idea gli venne in mente: "Quando uno deve nascondere qualcosa di prezioso, la mette nel posto apparentemente più scontato in modo che non venga visto.... IL CASSETTO!!!" In quel momento il ragazzo corse verso il cassetto della scrivania e lo uscì del tutto dal tavolo. "Ha un doppio fondo" notò esaminandolo. Così fece forza sui lati e lo spaccò.
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L'antidoto


di Happa (Elrohir)

L'anziano nuovamente bussò alla porta, e questa dopo qualche secondo s'aprì lentamente. Davanti al nomade apparve una signora abbastanza anziana che sorpresa dal monaco disse: *Chi siete?*. *Sono un Monaco Anziano. Sono qui per una urgenza* rispose lui. La signora, ancora stupita da tale visita, borbottò assonnata: *Ditemi, che succede?* *Il Frelord Iris, figlia dell'ex FireLord Riku, sta molto male. L'hanno avvelenata, e l'unico modo per salvarla è un fiore che forse voi possedete. Mi manda il Principe Zheng* disse l'anziano con voce nervosa alla signora, che subito uscì dalla casa socchiudendo la porta alle proprie spalle. *Oddio. Che fiore vi serve?* chese la donna con un tono di voce più acuto di prima, dirigendosi rapidamente verso la serra. L'anziano la seguì e disse: *è il giglio di fuoco. Ce l'avete?* *Penso di averlo, non sono sicura* disse la signora aprendo la serra e entrandoci dentro. Si girò per qualche secondo andando avanti e indientro, fino a che dopo qualche minuto *Eccolo!* disse quasi esultando, sul volto dell'anziano stranamente spuntò un sorriso: *Ah. Grazie!* disse quasi gioioso e la signora rispose: *E di che? Su, andate, se serve questo fiore significa che il veleno è molto potente, e credo che perder tempo non sia molto buono per la salute del Signore del Fuoco* L'anziano prendendo il fiore con sé e mettendolo nella borsa disse *Tornerò per ricambiare il favore* e rapidamente raggiunse il suo bisonte per far ritorno alla capitale.
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Agni Kai


di Ukka (Kastien)

Kastien aveva ascoltato impassibile tutta la discussione tra i due. Non pensava che sarebbe andata in quel modo. E, soprattutto, che si sarebbe risolta in quel modo. Appena Suhong aveva accettato la sfida, Kastien si era precipitato fuori dalla tenda, mentre la fiammata scagliata dal maestro contro Iris stava per raggiungere anche lui. Rotolò pesantemente a terra fuori dalla tenda e guardò inorridito lo spettacolo. Come aveva potuto non sospettare che Iris avrebbe fatto una cosa del genere? Era da lei. Era stato troppo impulsivo a portarla lì. Vedendo che l'immediato attacco di Suhong aveva bruciato quasi completamente la tenda, Kastien si alzò rapidamente e spense il fuoco che la circondava con l'acqua di una grande cisterna alla sua destra. Dopodichè arretrò di qualche metro e assistette al combattimento tra i due dominatori. "Pessima idea portarla qui..." pensò, rassegnato.
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La spia


di Judge (Xenrad)

Quella notte Xen andò nella sua tenda, ma, nonostante i suoi sforzi, non riuscì a prendere sonno. Il pensiero che all'interno del plotone ci potesse essere una spia delle altre nazioni era già di per sé irritante, ma che quella spia potesse essere Ken, che sapeva che lui l'aveva visto spedire quel falco, era a dir poco intollerabile. Come se non bastasse l'aveva visto in azione quando si erano scontrati contro quel gruppo di monaci, era un dominatore del fuoco nettamente superiore a lui e difficilmente avrebbe potuto competervi in uno scontro diretto, allora come poterlo affrontare? Ancor più problematici erano i motivi che lo spingevano a tale tradimento, che fosse semplicemente un soldato corrotto dai nomadi? Oppure un rivoluzionario della Nazione del Fuoco come lo era stato lui? Questi ed altri pensieri furono ben presto scacciati da un grido allucinante che rimbombò nell'accampamento, subito balzò in piedi e usci dalla tenda, ritrovandosi davanti agli occhi Ken, a terra, che veniva soccorso dal medico del campo mentre una guardia di Jeong si affrettava ad impartire ordini di ricerca a destra e a manca.
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