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Intervista ai creatori di Avatar (2006)


tradotto da Les, fonte: Anime Insider

La guerra tra le legioni della Nazione del Fuoco, con manie di conquista, e l'Avatar Aang, possibile salvatore del mondo nella serie "Avatar, la leggenda di Aang" si è protratta per anni. Anche se la guerra non è ancora finita - la prossima stagione di Avatar uscirà nel 2007 - ci sono già dei vincitori: i fan.
Abbiamo chiacchierato con Bryan Konietzko e Michael DiMartino, creatori dello show, riguardo alla loro creazione in stile "anime" e come si sentono all'idea di misurarsi con i maestri giapponesi.


A.I.: Quando avete creato Avatar, cosa volevate mettere nello show?

Bryan: Il nostro amore per gli anime giapponesi, dell'azione in stile "Hong Kong", del cinema kung fu, yoga e filosofie Orientali: sono state queste le fonti di ispirazione che hanno portato alla creazione di Avatar. Sapevamo che nel nostro show la "magia" doveva essere diversa dal solito agita la bacchetta, scaglia l'incantesimo. Nella nostra visione doveva essere qualcosa di fisico e naturale, un potere cche non si creasse dal nulla, con regole, limitazioni e, cosa più importante, doveva essere un'abilità piuttosto che un potere, qualcosa per cui chi lo praticava doveva allenarsi e faticare.

A.I.: Cosa credete sia importante nell'ideale dell'eroe dal cuore puro incarnato da Aang?

Mike: La scelta di rendere Aang un eroe "dal cuore puro" deriva dall'idea che avevamo di rendere la sua filosofia di vita completamente diversa da quella degli altri personaggi della serie. Aang è un soffio di aria fresca in un mondo che ha sofferto a lungo. Mentre Aang lotta per riportare l'equilibrio nel mondo, cerca anche di bilanciare le due facce della sua personalità: quella potente ed eroica con quella innocente e fanciullesca.

A.I.: Cosa ne pensate del paragone tra Avatar e alcuni degli anime trasmessi sulle TV USA?

Mike: Quando uscì lo show ci fu una lunga serie di dibattiti tra i fan dei cartoni giapponesi per decidere se Avatar fosse o meno un anime. Penso che il dibattito si sia esaurito, e la gente guardi Avatar perché è una storia interessante con tanta azione e buoni personaggi.

A.I.: Pensate che il successo di uno show di ispirazione orientale come Avatar possa contribuire al successo degli anime negli USA?

Mike: Gli anime erano popolari negli USA molto prima dell'arrivo di Avatar, quindi non penso che possiamo prendercene il merito. Ma forse fan di Avatar che non hanno visto molti anime saranno ispirati a vedere quelli che hanno ispirato la nostra produzione - Miyazaki, Cowboy Bebop, FLCL.

A.I.: pensate che l'estetica degli anime giapponesi vi abbia influenzato in qualche modo?

Bryan: Sì. Abbiamo pensato che lo stile degli anime si sarebbe adattato alla perfezione con la trama. Adoriamo i film di Miyazaki, e siamo stati ispirati dagli anime in generale, oltre a studios come GAINAX, Studio 4°C, Producion I.G e Studio Ghibli. Nutriamo un profondo rispetto e apprezzamento per la tradizione degli anime.

A.I.: Con la seconda stagione di Avatar che si chiude, cosa prospetta il 2007 ai fan di Avatar?

Mike: Ci saranno tanti nuovi sviluppi nella terza stagione, ma sono tutti top secret! I fan non rimarrano delusi.